Scrivere senza dire nulla. Scrivere per diletto o per lasciare un solco. Scrivere, percorrere un sentiero impervio, faticoso, dove ci si può ritrovare a volte senza idee e peggio... senza parole!
Potrebbe succedermi un giorno, ma in attesa di quel giorno che spero non arrivi mai, io scrivo, comunque scrivo. Chi mi legge non capirà e non mi leggerà più o magari sarà curioso un giorno di tornare su queste pagine per vedere se avrò scritto qualcosa di nuovo, magari di intelligente e sensato.
Voglio sentirmi come un pittore che inizia un quadro sporcando la tela bianca con colori a caso o con uno soltanto. Non saranno colori sprecati, mai, come non esistono parole sprecate. Quei colori saranno la base per un capolavoro. Un capolavoro per noi che creiamo mai per chi ci scruterá, perché non si crea in Arte nulla per gli altri ma tutto e solo per il piacere di far nascere un qualcosa dal nulla.
Blog di Gianluca Ruggeri
giovedì 7 marzo 2019
sabato 14 gennaio 2017
Il freddo vero
Il freddo vero non è quello che senti alle dita o in testa, per quello bastano guanti e cappello...
Il freddo vero non è quello che ti fa venire i brividi nonostante indossi un maglione di lana, per quello basta entrare in un bar e bere una cioccolata calda...
Il freddo vero è quello che attanaglia l'anima, che congela il cuore. E' il gelo che sentiamo quando guardandoci dentro non troviamo più la vera sorgente di calore... l'Amore.
C'è un camino acceso che ci aspetta... dobbiamo solo tenere viva quella fiamma, alimentarla... non lasciamo che questo fuoco si spenga. Se ci crediamo davvero, se scoviamo anche solo una piccolissima luce in fondo al nostro cuore dobbiamo far si che non si spenga, che resti viva, che torni ad ardere.
Dovete crederci, dobbiamo crederci... e il rigido inverno diventerà una piacevole primavera che farà rifiorire in noi emozioni mai sopite.
Che peccato sarebbe non naufragare di nuovo in quello sguardo...
giovedì 24 settembre 2015
Tram Numero 2
Finalmente il Tram Numero 2 è partito. E' uscito da quel cassetto nel quale risiedono tutti i sogni e sta iniziando a percorrere i suoi primi chilometri. Il Tram Numero 2 fa molte fermate e ad ogni fermata chiunque può salire e scendere, a suo piacimento. Non ci sono biglietti o abbonamenti da pagare. Bisogna solo sedersi, guardare fuori dal finestrino, ascoltare il suono delle rotaie, abbandonarsi al suo movimento e lasciarsi trasportare ognuno verso il suo viaggio ideale...
Tram Numero 2 è un racconto in forma epistolare nel quale immagino che l'autore del libro, nell'intento di ripulire la soffitta, trova in un baule impolverato delle lettere. Inizia così a leggerle e decide di riordinarle, dar loro un filo logico per ricostruire le esperienze e gli stati d'animo di chi anni prima aveva scritto su quei fogli. Il libro inizia con un'introduzione che serve a spiegare al lettore il contesto narrativo e il motivo per il quale ha deciso di pubblicare quelle lettere. Le lettere, indirizzate al signor Y del quale non si conoscono né il nome né l'identità, percorrono un arco di tempo di circa sette mesi, da fine ottobre ad inizio maggio e narrano i passaggi fondamentali delle esperienze e delle sensazioni ed emozioni del loro autore immaginario. Ogni lettera racconta un luogo, uno stato d'animo, un'esperienza e tutte sono percorse con il Tram numero 2, che è il mezzo ideale e romantico dal quale l'autore delle lettere scende e sale a suo piacimento, in qualsiasi posto si trovi, lasciando alla fantasia la possibilità di immaginare nuovi viaggi, nuove avventure, nuove emozioni da narrare.
Grazie a tutte le persone che hanno viaggiato con me e che da quel tram non sono mai scese...
Tram Numero 2
Tram Numero 2
Adattamento tecnico di Marco S. Zuppone ⁂ msz@msz.eu
Kindle e Kobo:
Google Play Store
Mondadori
Feltrinelli
Rizzoli
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e da oggi anche in formato cartaceo:
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ATAC: i fondi mancano ma nessuno vuole recuperarli... per quella sigaretta in più!
L'idea che il lettore si fa leggendo i titoli dei giornali romani che in questi ultimi mesi hanno trattato il problema del trasporto pubblico nella Capitale, è senza dubbio quella della mancanza di soldi o meglio, di fondi. Per questo motivo non possono essere licenziati inutili dirigenti dagli stipendi d'oro (mancano i soldi per le liquidazioni) o non possono essere mandati a rottamare tutti quei mezzi che almeno una volta a settimana ti lasciano a piedi perché fonde il motore o si rompe il sistema di apertura e chiusura porte; per questa ragione siamo costretti a viaggiare da Giugno a Settembre su vetture senza aria condizionata e, sempre per lo stesso motivo, pur pagando regolarmente (parlo per gli onesti cittadini) il biglietto o l'abbonamento, non possiamo usufruire di un servizio pubblico che, lungi dall'avvicinarsi agli alti standard del Nord Europa, arrivi almeno a raggiungere la sufficienza sulla base di alcuni standard minimi che dovrebbero comunque essere rispettati: passaggi in tempi accettabili, autobus funzionanti, fermate complete di pensiline e possibilmente lontano da cassonetti della spazzatura (vedi #fermatapuzzolente).
Ecco tre articoli apparsi qualche tempo fa (ma ancora attuali) che rendono l'idea:
Ora... una soluzione io l'avrei trovata, ma forse, proprio perché troppo semplice non potrà mai essere presa in considerazione dai "capoccioni" al vertice delle Aziende interessate.
Nella mancanza più totale di controlli, sebbene chi dovrebbe controllare sia presente negli appositi gabbiotti, ignorare un divieto è diventata prassi. Uno di questi, molto facile da riconoscere, è il DIVIETO DI FUMO per il quale sono previste sanzioni amministrative per i trasgressori che vanno da 27,50 a 275 Euro. Non lo dico io ma la "Legge 16 gennaio 2003 n.3, Tutela della salute dei non fumatori". Assodato quindi che la Legge esiste, non si deve fare altro che rispettarla e se qualcuno trasgredisce a queste norme che appartengono al vivere civile, è un dovere per il personale preposto controllare e sanzionare. Ciò non avviene e sono sempre di più le sigarette che vengono accese sulle banchine in attesa del treno. E' vero che l'attesa di quei 5 e a volte 8 minuti può essere snervante ma se invece di accendere la sigaretta ci si facesse una chiacchierata con il passeggero accanto, magari il tempo passerebbe prima e nessuno sarebbe costretto a subire il fumo passivo. Ma torniamo a noi. Nella sola giornata di oggi ho contato otto persone che fumavano in banchina (in tre stazioni diverse). L'operazione "recupero fondi" potrebbe partire proprio da qui, controllando e applicando le sanzioni previste per i trasgressori. Troppo facile? Chissà... Forse troppo difficile, visto che nelle ultime settimane, contando le varie sigarette accese in presenza di divieto e applicando la sanzione minima, sarebbero potuti entrare almeno 1100 euro... due o tre autobus con quei soldi si potevano riparare? Ma come ho detto prima... troppo semplice!
mercoledì 10 giugno 2015
Attualità della musica: da “Mani Pulite” a “Mafia Capitale” la nostra Roma vista da “Imperfetto”
Nell’agosto del 1994, quando il
ciclone Mani Pulite stava entrando nella sua seconda fase, indebolendosi fino
ad esaurirsi un paio di anni dopo, era ancora una volta la musica a parlare, a
commentare a modo suo quello che stava accadendo in un’Italia destatasi di
colpo con la consapevolezza che non proprio tutti i suoi politici fossero delle
persone integerrime.
Ma la musica arriva sempre dove
il sentimento ha bisogno di aiuto o dove, per riflettere, serve una voce amica
che ci spinga a ragionare su quello che accade e che spesso ci passa davanti
come se non avesse nulla a che vedere
con le nostre vite. La musica è
attualità, è la bellezza di potere registrare su nastro un messaggio che da
quel momento rimarrà per sempre e potrà essere riascoltato anni dopo ed essere
apprezzato come la prima volta o forse anche di più.
Nell’agosto del 1994 uscì l’Album
di Renato Zero dal titolo “L’Imperfetto”. Scelta significativa in un periodo
storico in cui le persone cosiddette “perfette” si erano risvegliate una
mattina con più di qualche scheletro nell’armadio. Oggi, a distanza di 21 anni, ci siamo accorti
che di quei “perfetti” ce ne sono ancora troppi. Siano essi legati alle
indagini di “Mani Pulite” o a quelle di “Mafia Capitale” il risultato è sempre
lo stesso: corruzione! Sembrava che chissà cosa si fosse fatto dal ’92 ad oggi
per dare all’Italia una politica nuova, pulita e invece se ascoltiamo con
attenzione le parole di questo brano dal titolo “Aria di Pentimenti” possiamo tranquillamente affermare che sia stato scritto qualche
settimana e non qualche decennio fa. Riferendosi ai corrotti afferma “Eccoli guardali, ubriachi di
petrolio che annusano utopie, che spingono persino i loro figli verso il
buio delle idee.” La conclusione è
un vero e proprio auspicio “noi certo,
neanche noi siamo perfetti ma almeno onesto, questo si. Vi abbiamo avuti
accanto, disseminati per la via, speriamo si alzi un generoso vento e che
vi spazzi tutti via”.
Per concludere questo brevissimo
viaggio tra le note di questo album a mio parere straordinario, e legandomi a
quanto detto in precedenza, la corruzione, la mala politica, le Amministrazioni
che si sono arricchite alle spalle dei cittadini non hanno mai smesso di
compiere il loro sporco lavoro ed ora che l’inchiesta di “Mafia Capitale” sta
fornendo ai cittadini romani molte risposte su degrado e criminalità in una
città che dovrebbe invece essere portata d’esempio in tutto il mondo, ecco
un’altra canzone, attualissima anch’essa,
dedicata proprio a Roma. Non è un caso che sia stata inserita in questo
contesto di denuncia sociale ed invito chi legge ad ascoltarla con attenzione, poiché anche lei potrebbe essere stata benissimo scritta qualche giorno
fa. Si intitola “Roma malata” e si conclude così “Un'altra Roma, più schiava che padrona, la Roma dei misteri, dei
Ministeri. Brutte compagnie, traffici, angherie. Non ti ho vista
più, davvero non sei più tu.
Roma che scappi via, da questa
gente tua… non puoi morire. Roma, Roma, Roma”. Ho voluto prendere in considerazione in questo
mio post la musica, in quanto è diventato ormai un mezzo di comunicazione
rapido e fruibile a tutti, dato storico in quanto rimane impresso sul nastro e
voce di chi, attraverso una sensibilità particolare propria dell’artista,
riesce con la sintesi dettata dallo spartito a denunciare una situazione che
non può più essere tollerata e che va cambiata, perché se veramente teniamo a
questa nostra città, non possiamo
stare impassibili ed impotenti a
guardare e a lasciare che sia preda di chi non la ama e di chi la sta portando
a diventare “Culla dell’Inciviltà”.
giovedì 22 gennaio 2015
Vietato Fumare?
Questa mattina sono tornato indietro di parecchi anni, diciamo fino agli anni novanta, quando ancora non vigeva il divieto di fumo nei luoghi pubblici. Allora non vi era alcun divieto è vero, ma non per questo il fumo passivo non nuoceva alla salute!
Oggi, nel mio viaggio quotidiano casa-lavoro sulla linea B della Metropolitana di Roma, sembrava fosse il giorno successivo all'abrogazione della Legge 3/2003. Alla stazione di Ponte Mammolo, alla Stazione Termini proprio sotto il cartello di divieto e poi a Piramide, ho respirato il fumo passivo di almeno una ventina di persone con la sigaretta accesa, incuranti del divieto e sopratutto del fatto che il fumo possa dar fastidio a chi sta loro vicino (ma la soluzione c'è: si spostano qualche metro più in là ed evitano di respirare il fumo degli altri!). In Italia si sa che se non ci sono controlli, decade anche il divieto! E' automatico. Se nessuno fa le multe alle automobili parcheggiate sulle strisce pedonali, vuol dire che lì si può parcheggiare; se nessun addetto alla sorveglianza delle stazioni della metropolitana dice nulla, vuol dire che si può fumare.
Non riesco a trovare una soluzione se non quella di andare in giro con una pistola ad acqua come quelle dei bambini e prendere bene la mira per spegnere la sigaretta del fumatore accanto, ma poi cosa accadrebbe? Oltre alla litigata con la "vittima dell'agguato" si rischierebbe una denuncia per procurato allarme a causa della pistola ad acqua e per possesso illegale di arma giocattolo (di plastica trasparente colorata), per non parlare poi dell'accusa più grave di omicidio premeditato della sigaretta ormai spenta, bagnata e priva di vita. Meditate gente, il degrado e la maleducazione di una città ormai allo sbando è sempre più vicina. Chi può faccia qualcosa, lo ripeterò sempre, perché con un pò di buona volontà da parte delle Amministrazioni e di coscienza da parte di chi deve vigilare, forse si vivrebbe tutti più serenamente, rispettando le regole e rispettandoci gli uni con gli altri. Utopia? No, sogno e speranza!
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Ubicazione:
Roma, Italia
venerdì 17 ottobre 2014
Roma: noi, prede dei nostri perché
Si dice che dopo aver toccato il
fondo non si può che risalire. Sono ottimista di natura e voglio crederci. Il
problema però non è se risaliremo ma quando.
Il nostro livello di “benessere
sociale” si è notevolmente abbassato. A questo abbassamento hanno contribuito
fattori esterni come smog, traffico ed inefficienze nei servizi al cittadino ma
anche fattori che ci coinvolgono in prima persona tra i quali menefreghismo,
inciviltà e rassegnazione.
Ci siamo assuefatti allo schifo (http://gianlucaruggeri.blogspot.it/2014/09/roma-noi-vittime-dello-schifo-quotidiano.html)
ed è per questo che pur di tornare a respirare aria se non pulita almeno non
male odorante, siamo disposti a far passare una risalita per una piccola
passeggiata in collina.
Risaliremo dunque, ma sarebbe
opportuno chiedere il meglio, puntare al massimo, riappropriarci della nostra
identità di cittadini, combattere lo schifo che ci circonda e non contribuire a
crearne altro.
Se parcheggio sulle strisce
pedonali occupando uno scivolo per le carrozzine, creo un danno a quelle
persone per le quali quello scivolo è stato pensato. Se lascio sul marciapiede
un materasso usato favorisco il fenomeno dell’accattonaggio oltre che fornire un’idea
malsana a quanti hanno in cantina una miriade di oggetti inutili dei quali
sbarazzarsi e così via.
I primi a dover prevenire lo
schifo siamo noi.
Sarebbe più opportuno che al
nostro fianco avessimo persone preposte all’ordine pubblico che vigilassero su
tutto ciò che non è lecito, ma poiché ho verificato in prima persona che il più
delle volte siamo soli a combattere contro questi piccoli problemi quotidiani,
allora cerco, per quanto mi è possibile di arginare alcuni comportamenti non
consoni al bene civile. Il problema che si presenta oggi, non sarà più
arginabile (e forse già non lo è più) tra dieci o venti anni. Se oggi non si
risponde concretamente alle domande che seguono, il baratro sociale sarà
inevitabile.
Perché lasciamo che bande di
criminali portino sui marciapiedi persone mutilate o con malformazioni fisiche
solo per impietosirci ed indurci così a donare qualche euro che nelle tasche
degli sfruttatori diventano un ammontare enorme di denaro destinato alla
criminalità? Perché nessuno si prende la briga di fermare gli sfruttatori ed
evitarci queste scene pietose? Perché non vietiamo il rovistaggio nei
cassonetti (forse a qualcuno fa comodo non dover portare in discarica rifiuti
ingombranti…)? Perché non riflettiamo dieci secondi prima di lasciare
l’automobile parcheggiata sulle strisce pedonali? Perché continuiamo a dare
soldi ai bambini che nei vagoni della metropolitana fanno finta di suonare una
pianola invece di stare a scuola? Perché se vige l’educazione obbligatoria dai
6 ai 16 anni, orde di bambini nomadi o comunque di provenienza Est Europea
vagabondano per le stazioni o peggio ancora sono mandati a rubare nella
metropolitana o sugli autobus più affollati nelle ore di punta? Perché nessuno
agisce sebbene tutti sanno? Perché devo assistere al pietoso fenomeno di
ragazzine con neonati in braccio che in ginocchio con voce stridula ed
implorante ripetono un messaggio che recita più o meno così: “Sono ragazza di
Bosnia con tre figli piccoli, vivo sotto i ponti e non ho da mangiare”. Perché
non intervengono i servizi sociali? Perché ci ostiniamo a tollerare bancarelle
di venditori abusivi di merce contraffatta? Perché c’è gente che acquista
braccialetti tossici, occhiali con lenti in plastica che danneggiano la rètina,
imitazioni di borse o portafogli che danneggiano l’economia italiana? Se ne
parla al telegiornale ma non si interviene. E’ come se un poliziotto vedesse un
ladro arrampicarsi su un balcone e dicesse: “Questo dei ladri è un bel
problema, bisognerebbe risolverlo perché così non va bene” invece di fare tutto
il possibile per arrestarlo. Troppi perché e nessuna risposta concreta. Me ne
viene in mente un altro: perché si lascia ancora che tutto questo accada?
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